(Adnkronos) – Le forze israeliane (Idf) confermano di aver effettuato un'incursione "mirata" nel nord della Striscia di Gaza con unità della fanteria e tank che hanno lasciato la zona dopo il blitz e sono "rientrati in territorio israeliano". Tramite il social X hanno fatto sapere di aver colpito "numerose cellule terroristiche, infrastrutture e postazione utilizzate per il lancio di missili anticarro". L'operazione, precisano, rientra nelle attività di "preparazione" della zona di confine per "le prossime fasi di combattimento" dopo il terribile attacco del 7 ottobre in Israele di Hamas, che controlla la Striscia di Gaza. Nuovo colloquio telefonico Biden-Netanyahu su Gaza e ostaggi C'è stato un nuovo colloquio telefonico nelle ultime ore tra Joe Biden e Benjamin Netanyahu. Uno scambio incentrato sugli "sviluppi a Gaza" e sugli "sforzi per localizzare e assicurare il rilascio" degli oltre 200 ostaggi trattenuti da Hamas nella Striscia dal terribile attacco del 7 ottobre in Israele. Al centro della conversazione, ha fatto sapere la Casa Bianca, anche "i colloqui in corso per garantire un passaggio sicuro per i cittadini stranieri" che si trovano nell'enclave palestinese e che vogliono lasciare l'area. Biden ha parlato del "sostegno Usa al flusso continuo di aiuti umanitari per la popolazione civile" della Striscia, nel mirino delle operazioni israeliane dal 7 ottobre. Il presidente americano ha "accolto con soddisfazione gli sforzi per aumentare questo appoggio nel prossimo periodo". E ha ribadito che "Israele ha tutto il diritto e la responsabilità di difendere i suoi cittadini dal terrorismo e di farlo in linea con il diritto umanitario internazionale", insistendo sull'importanza che "dopo questa crisi" si creino le condizioni di una pace duratura. Hamas, ha ribadito secondo la Casa Bianca, "non rappresenta né i palestinesi né le loro aspirazioni". Il ministero della Difesa di Israele sarebbe intenzionato a prorogare fino al 31 dicembre le misure che prevedono l'evacuazione della popolazione dalle località lungo i confini con Gaza e Libano. Lo ha riportato l'emittente Kan, in una notizia subito rilanciata dal Times of Israel, secondo cui diversi altri ministri sarebbero contrari, considerando tutto prematuro, oltre ai costi che comporterebbe per lo Stato.Circa 200mila israeliani, ricorda il Times of Israel, hanno dovuto lasciare le proprie case nel sud e nel nord di Israele a causa del conflitto con Hamas, innescato dal terribile attacco del 7 ottobre in Israele, e delle tensioni con gli Hezbollah libanesi. La Resistenza islamica in Iraq, gruppo di milizie sostenute dall'Iran, ha rivendicato nelle ultime ore due attacchi contro altrettante basi militari, una nel nordest della Siria e l'altra nell'ovest dell'Iraq. In un messaggio diffuso nella notte su Telegram il gruppo rivendica il "lancio di missili contro il nordest della Siria, raggiungendo obiettivi" vicino alla base aerea di Abu Hajar, nei pressi di Rmelan, nella regione di Hasaka. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito e fonti nel Paese arabo, sarebbero stati cinque i missili lanciati contro la base e nell'area. Alle prime ore di oggi poi il gruppo ha diffuso un nuovo messaggio rivendicando un attacco con un drone contro la base di Al-Asad, nella regione irachena di Anbar, che ospita forze Usa e irachene. Ieri gli Usa hanno confermato il ferimento di almeno 24 militari in attacchi sferrati nell'ultima settimana in Iraq e Siria nel mezzo di un'escalation di tensioni dopo il terribile attacco del 7 ottobre di Hamas in Israele e l'avvio di operazioni israeliane nella Striscia di Gaza, controllata dal gruppo. Ai media americani il Centcom ha confermato che 20 militari sono rimasti lievemente feriti il 18 ottobre un attacco con droni contro la base di Al Tanf, in Siria, mentre – sempre lo stesso giorno – altri quattro sono rimasti feriti in due attacchi con droni contro la base di Al-Asad. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)