A lui, al poliziotto eroe, è dedicato il film documentario che sarà proiettato per la prima volta lunedì 8 giugno su iniziativa della Questura di Terni di concerto con il Ministero dell’Interno e dell’associazione “Libera”. Protagonista del film il poliziotto ternano Roberto Antiochia ucciso a Palermo da “Cosa nostra” a soli 23 anni.
Antiochia, che era il più piccolo di tre figli – Alessandro e Corrado sono gli altri due – aveva perso il papà Marcello che era poco più di un bambino ed era legatissimo alla mamma Saveria. Era fidanzato con Cristina, che aveva conosciuto al Liceo, che tranquillizzava ogni giorno dicendole che “Le pallottole per i rossi non le hanno inventate”. L’agguato mortale, invece, avvenne il 6 agosto del 1985. Erano circa le 15 e venti di un assolato pomeriggio siciliano. Antiochia, che due anni prima era stato trasferito dalla Criminalpol di Roma a Palermo, aveva lavorato – era la mitica squadra Catturandi – in delicate indagini con il commissario Beppe Montana rimasto ucciso appena un mese prima sempre dalla Mafia. L’agente ternano fu crivellato di colpi di kalashnikov mentre era intento a fare il suo lavoro, la professione che amava e che aveva scelto fin da ragazzino, il poliziotto. Quel giorno Antiochia era di scorta al vice dirigente della squadra mobile di Palermo Ninni Cassarà.
fonte il messaggero