“Fate schifo, non avete le palle”. Non si è risparmiato un tale Gemitaiz, rapper romano, noto alle cronache non tanto per le sue canzoni, quanto per aver augurato la morte a Matteo Salvini.
All’indomani dei festeggiamenti in piazza del Duomo per la vittoria dell’Inter, è tornato alla carica sul suo profilo Instagram, dove non ha risparmiato insulti alla Polizia che a suo dire, non sarebbe intervenuta per evitare l’assembramento per paura dei tifosi, mentre non si sarebbe risparmiata a “manganellare” giovani scesi in piazza per sacrosante proteste.
Evidentemente per Gemitaiz, le “sacrosante proteste” hanno il tenore dei disordini e delle guerriglie urbane.
Sicuramente le sue parole contro la Polizia hanno ottenuto il benestare dell’area antagonista, scatenando anche le reazioni degli addetti ai lavori.
Interpellati dall’Adnkronos, anche i sindacati di polizia hanno detto la loro.
Il Poliziotto: “Rispondere a Gemitaiz? Perle ai porci, mi fa tenerezza”
Singolare la risposta di un poliziotto, Fabio Conestà, segretario Generale del Mosap, che non ha voluto perdere tempo a spiegare a Gemitaiz cosa sia l’ordine pubblico.
“Comprendo che l’ingombrante ombra mediatica di Fedez e la polemica a seguito del concerto del 1 maggio, abbia fatto calare il silenzio su altri sedicenti artisti che, per rifiorire, hanno pensato bene di parlare alla pancia degli odiatori della Polizia per racimolare qualche consenso. Che dire – aggiunge Conestà – Margaritas ante porcos, dicevano i latini. È inutile anche stargli a spiegare cosa sia l’ordine pubblico e i doveri delle forze dell’ordine rispetto ad esso.
Gemitaiz mi fa solo tanta tenerezza”.
Insulti ai poliziotti per una manciata di like
Duro anche il commento di Valter Mazzetti, Segretario Generale di Fsp Polizia di Stato: “Non vogliamo perdere tempo più del dovuto a commentare le parole del rapper Gemitaiz che in quello che sembra un banale delirio per procacciarsi qualche like ha avuto questa trovata non particolarmente originale. Più di qualche altro ‘esperto’ di politiche della sicurezza interna prima di lui si è già esibito in trattati di valutazione dell’operato delle Forze dell’ordine senza avere la benché minima idea di cosa possa trattarsi, il tutto mentre noi assistiamo attoniti ai ‘processi sociologici’ dove una parte ci accusa di essere dei vili torturatori violenti e prepotenti e l’altra dell’esatto contrario, di essere vili codardi che si girano dall’altra parte e si fanno picchiare. Di certo, però, non ci abitueremo mai alla virulenza degli attacchi che da una parte e dall’altra indiscriminatamente subisce chi veste l’uniforme. Tanto che in questo momento storico in cui tanta attenzione è dedicata al Ddl Zan vorremmo che fra le sue giuste previsioni ce ne fosse anche una diretta a ‘punire chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione o violenza per motivi fondati sulla particolare tipologia di lavoro svolto dalla vittima’ . Quello delle forze dell’ordine – ricorda Mazzetti – è un lavoro che si contraddistingue proprio per la sua specificità concetto che non include certamente la denigrazione, la critica violenta, l’offesa gratuita, l’aggressione verbale e fisica continua per il solo indossare una divisa. E non è certo più tollerabile ascoltare una frase palesemente discriminatoria tipo ‘poliziotti di m… ‘.
Basta tolleranza verso insulti a Polizia
“Il linguaggio scioccante di questo personaggio che si atteggia a rapper è l’emblema di come oggi l’invito alla violenza sia letto in modo diverso a seconda di chi ne è l’obiettivo. Le espressioni discriminatorie infatti vengono tollerate quando non addirittura giustificate se dirette a un politico o a un appartenente alle Forze di Polizia mentre viene giudicato inaccettabile con tanto di levate di scudi se indirizzato ad altri soggetti . E’ il commento rilasciato all’Adnkronos da Domenico Pianese segretario generale del Coisp “persone del genere che avvelenano quotidianamente il contesto sociale non possono e non devono trovare eco sui social media attraverso i quali vengono influenzati i giovani in senso totalmente diseducativo. Ecco perchè questi sedicenti artisti dovrebbero essere bloccati sia sul web e sia dall’autorità giudiziaria – incalza il sindacalista – che non può consentire un linguaggio d’odio inneggiante in alcuni casi addirittura all’assassinio dell’avversario politico o di chi indossa un’uniforme che rappresenta lo Stato”.