Questa settimana, nella rubrica “Voi figli delle stelle”, ospitiamo una intervista a Sebastiano Vitale, in arte REVMAN, agente di Polizia presso la Questura di Milano, ma anche il famoso poliziotto rapper che canta e scrive canzoni dedicate a tematiche importanti, tematiche sociali quali la violenza contro le donne, ma anche tematiche dedicate alla legalità e ai pericoli della guida in stato di ebbrezza. L’anno scorso, fece discutere la sua candidatura a Sanremo 2020. A Settembre uscirà il nuovo album.
Come nasce la tua passione per la musica rap?
Da sempre sono stato appassionato alla musica, alla poesia, all’arte in generale, da ragazzino essendo un ragazzo molto sensibile e riservato per me il Rap è stato una forma di sfogo, mi ha permesso di conoscere tanta gente e di aprirmi. Mi è sempre piaciuto cogliere il lato positivo di questo genere musicale, la lotta ad ogni forma di discriminazione nei testi di 2Pac mi ha subito colpito e fatto da guida.
Come e quando nasce la tua vocazione per la Polizia di Stato?
In famiglia ho diversi parenti in Polizia e nei Carabinieri, quando andavamo a pranzare da mia
Nonna, finito il turno di servizio, ci raggiungevano e spesso arrivavano in divisa, sembrava di stare in una caserma. E’ stato sempre molto emozionante ascoltare i loro racconti, lo spirito di altruismo mi è stato trasmesso da loro, per questo ho deciso di fare il concorso.
Come fai a conciliare la vita da Poliziotto a quella musicale da Rapper?
Nel mio tempo libero, fuori dal servizio, quando non sono tanto stanco e trovo l’ispirazione giusta,
inizio a canticchiare per trovare le melodie dei mie brani, possono passare anche mesi, una volta
trovate vado in studio e le incido. Curo molto l’aspetto dei miei video, spesso faccio da regista o
collaboro con qualcuno di loro quando devo girare dei video più complessi. Mi sto specializzando
all’uso di Premier Pro, uno dei software più importanti per il montaggio di videoclip, film e
cortometraggi. Tutto questo fa parte di me e riesco a far conciliare queste due passioni con la
massima serenità. A Settembre con la riapertura delle scuole, spero di poter portare la mia musica
all’attenzione delle nuove generazioni, i temi trattati sensibilizzano molto e soprattutto fanno riflettere.
Quando e come nato il brano “San Michele il Poliziotto”?
Brano di cui tantissimi tuoi colleghi italiani ci si rivedono perfettamente.
È stato scritto l’anno scorso, purtroppo però, è stato scartato al Festival di Sanremo dove era stato presentato. Con questa canzone volevo rappresentare tutti i colleghi che sono in strada, molti si sono rispecchiati nel testo della canzone. La soddisfazione più grande è stata ricevere commenti del tipo: “Grazie collega. Hai saputo tradurre in parole e musica quello che faccio da 27 anni”, sotto al mio video caricato sulla piattaforma Youtube ci sono tanti messaggi di affetto e stima.
Il tuo nuovo album (se puoi anticiparci) di cosa tratterà?
I temi trattati sono tanti, in anteprima ho pubblicato un nuovo singolo intitolato “il pianeta di plastica” contenuto nell’album, in quest’ultimo essendo un progetto improntato sul sociale, non poteva mancare un brano che trattasse il rilascio spropositato di rifiuti in natura. L’inquinamento ambientale è un problema di tutti.
Progetti futuri?
Adesso non vorrei spoilerare troppo, a Settembre con l’uscita dell’album, sicuramente avremmo modo di approfondire. Ci saranno tante novità.